16 febbraio 2012

Un giorno dal barbiere


Mi sono trasferito da Pechino a Shanghai ormai da un mese. Due mondi e due cine diverse, sembra di aver cambiato nazione, ma non è così. Vivo in un quartiere popolare, vicino alla biblioteca comunale della città. Il prezzo della casa sarà almeno il doppio di quello che pagano i miei vicini, ma dopo anni in Cina ho rinunciato a perdere il mio tempo per abbassare il prezzo, è snervante e alla fine paghi comunque di più. Non ne vale la pena. Ad arrabbiarsi e agitarsi ci si perde solo che in salute. La casa è bella, il bagno si intasa, l’acqua calda c’è e non c’è, la mia vicina suona il piano e quella sotto il flauto traverso. Suonano sempre, anche di domenica. Qui la domenica non è il giorno del signore...
Vivo in una comunità cinese vera e propria, sembra una realtà divisa dal resto della città, creata per essere indipendente. Ci sono i guardiani, il cancello in ferro, chiuso alle 23.00 aperto alle 6.00. Il centro anziani, il fruttivendolo, un piccolo negozio che vende le cose di prima necessità, che, mi potete credere, cambiano da paese a paese, e infine, il barbiere.
Oggi ho deciso che i miei capelli erano troppo lunghi. Ho pensato che fosse cosa buona e giusta sperimentare il barbiere di quartiere, anche per far vedere ai miei compaesani che anche un bianco può tagliarsi i capelli dove vanno loro. Credo che sia meglio cercare di entrare un pò nella comunità e farsi conoscere, farsi vedere non troppo differente da loro, per quanto possibile. 
Sono entrato alle 12.30. Ora di pranzo. Ho già sbagliato, penso. La signora stava mangiando sul lavandino dove ci si fa lavare i capelli. Ho aspettato che andasse a chiamare quello che poi era suo marito. Stava mangiando a casa, lui. La loro casa è esattamente dietro al negozio, fatto con lamiera e pannelli di plastica. La casa credo sia fatta nello stesso modo, ma con l’aggiunta di qualche manciata di mattoni. Il barbiere è arrivato dopo dieci minuti, mi ha salutato e mi ha chiesto: “lunghi o corti?”
Io timidamente ho azzardato una sfumatura e ho risposto: “un pò corti, ma non troppo”. Il barbiere con un sorriso mi ha fatto un cenno per dirmi che aveva capito e di non preoccuparmi. Per andare da un barbiere così bisogna avere una fiducia solida e cieca, insegnatami proprio dai cinesi. E’ come la loro fiducia nel partito. Solida, cieca. Non mettere mai in discussione ciò che dice e fa il partito e perciò non mettere mai in discussione le capacità del barbiere. Zhang, il grande barbiere! 
Con questo stato d’animo mi sono seduto, di mia volontà, sul sedile, mi ha spruzzato dell’acqua sui capelli, perchè non poteva usare il lavandino, sua moglie stava mangiando, e ha cominciato a tagliare. Sguardo professionale. Occhio attento. Precisione assoluta. Mi ha regolato le basette, cosa alquanto strana, e dopo dieci minuti ha finito. Taglio perfetto, un pò alla Ringo Star, ma alla fine i Beatles sono sempre di moda. Costo del taglio: 10 Rmb (1.20 euro).

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