22 gennaio 2014

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Shanghai. Fa freddo. Umido. E' ora dei gatti, dei topi, della notte. Fumo e cerco dell'acqua potabile in una di quelle oasi cinesi chiamate Family Mart 24h. Freddo penetrante. Sono stanco. Il corpo mi sta abbandonando, ma la mente, la mente, quella no. Viva, elastica, capace di voli notturni che da secoli vengono cantati. L'associazione, il volo, l'unione di due pensieri mi portano a casa. Non mi ricordo che strada abbiano deciso per me. Come incoscienza. Pura. Il pensiero di sei amici, al liceo, d'inverno e il ricordo della lezione, fatta oggi, sulla difficoltà filologica e filosofica di spiegare a dei cinesi la differenza tra studiare e imparare. Mi ricordo quanto era bello imparare e non studiare. Mi ricordo quanto tutti insistessero sulla netta, inesorabile, accecante superiorità dello studiare sull'imparare. Mi ricordo quanto quei sei ragazzi, non ancora maggiorenni, urlassero il loro totale dissenso su tale superiorità. Un urlo muto, fatto d'azione più che di parole. Un urlo eroico potrei dire.
Era mattina presto e la scuola emanava dai muri spessi e di colore giallo vampate di gelo. Tutto tranne che invitante. Masse di ragazzi e ragazze e professori e professorini, tutti davanti al portone di legno. Nero. Enorme. Invalicabile se non con una buona dose di follia o di cieca sottomissione. Sei ragazzi si guardano. Si fanno un cenno di saluto. Nessuno parla. Più giovani si è e più difficile è svegliarsi la mattina. La bocca impastata e gli occhi vitrei dal freddo. Voglia poca. Voglia di studiare intendo. Dopo un dieci minuti per ambientarsi ci si accorge che la notte ha nevicato. La neve era ovunque. I primi a realizzarlo questi sei. Questo Fe, questo Fa, questo Ug, questo Da, questo Pi e questo Ma. I primi e gli ultimi a realizzare davvero cosa significasse quel dono di neve. Non era affatto un giorno da dedicare allo studiare bensì all'imparare. Era giorno da fare sega. 
Nessuna parola, è bastato un ghigno, quasi malefico e gli occhi si riaccesero, sciolsero via il gelo e il sonno. La giornata era loro. Tutta. Almeno cinque ore. In una città come Treviso, d'inverno, con la neve, non c'è miglior posto che le antiche mura della città. Poco importa sapere che tali mura si trovino proprio accanto al liceo in discussione. Il problema non esiste. Non c'è. C'è la neve. Che altro può importare a un ragazzo sano di mente? 
Andare sulle mura era d'obbligo. Con la loro camminata baldanzosa, altezzosa, boriosa, la camminata da "so tutto io", sembrava volessero urlare alla città il loro sdegno allo studio e la superiorità della neve. Volevano farsi notare, volevano che la gente capisse, che la scuola, orrore giallo, capisse che a loro, a loro sei, le regole non andavano. Quali regole? Le regole, tutte. Urlavano noi siamo qui, adesso che volete farci?
Quanto erano belle quelle mura. Non si è veri trevigiani se non si è mai limonato su quelle mura. Un pò come non sì è veri cinesi se non si è scalata la Grande Muraglia. Divergenze ideologiche. 
Dopo la camminata-parata sulle mura il caffè era necessario e dopo il caffè...dopo il caffè i sei abbracciavano l'oblio euforico dello spinello. Un'euforia mai più ritrovata. Una spensieratezza andata. Una ribellione cieca rimpianta. Un coraggio eroico diluito dal mondo e dalle persone, da persone che non sono quelle sei.
Ora molta della mia forza e del mio coraggio di vivere la devo a quelle persone. Con quelle persone ho imparato tantissimo e studiato pochissimo. Con loro ho iniziato a capire da che parte stare. Dalla parte, sempre e comunque degli eroi, perchè non siamo ai tempi di Ettore o di Achille, ma di eroi ancora ce ne sono e le qualità che fanno un uomo un eroe non sono cambiate. 
buona notte amici miei.

11 settembre 2013

Letture mattutine. Italo Calvino.

Oggi, giornata terribilmente uggiosa, calda, piovosa, grigia. Sveglia alle 6:50 come ogni santo giorno, colazione, il che vuol dire un caffè, lavata di denti e poi tuffo in metropolitana. Oggi però niente musica, mi sono portato un libro: "Ti con zero" di Italo Calvino. Una giornata di merda risollevata da uno dei più grandi scrittori del novecento. Consiglio a tutti la lettura, per chi, come me, ha aspettato troppo per leggere quest'opera. 

"A Penn Station scendo dal treno, prendo il subway, sto in piedi reggendomi con una mano al sostegno  e con l'altra tenendo alzato il giornale ripiegato su cui scorro i numeri delle quotazioni in borsa: sto al gioco, insomma, al gioco di fingere un ordine nel pulviscolo, una regolarità nel sistema, o una compenetrazione di sistemi diversi ma comunque misurabili sebbene incongrui, tale da far combaciare a ogni granulosità del disordine la sfaccettatura d'un ordine che subito si sbriciola."

"Seguo le frecce sull'asfalto, m'incolonno al semaforo e riparto (oggi sono venuto a New York in macchina) quando viene il verde (come ogni mercoledì perchè accompagno) ingrano la prima (Dorothy dal suo psicanalista), cerco di tenere una velocità costante che mi permetta di passare sempre col verde in Second Avenue. Questo che voi chiamate ordine è uno sfilacciato rattoppo della disgregazione; ho trovato un posto al parcheggio ma tra due ore dovrò scendere per rimettere una moneta nel segnatempo; se me ne dimentico porteranno la macchina via con una gru."

"Certo volendo, uno può anche mettersi in testa di trovare un ordine nelle stelle, nelle galassie, un ordine nelle finestre illuminate dei grattacieli vuoti dove il personale della pulizia tra le nove e mezzanotte dà la cera agli uffici. Giustificare, il gran lavoro è questo, giustificate se non volete che tutto si sfasci. Stasera ceniamo in città, in un ristorante sul terrazzo d'un ventiquattresimo piano. E' una cena d'affari; siamo in sei; c'è anche Dorothy, e la moglie di Dick Bemberg. Mangio delle ostriche, guardo una stella che si chiama (se è quella) Betelgeuse. Conversiamo: noi, di produzione; le signore, di consumo. Del resto, vedere il firmamento è difficile: le luci di Manhattan si dilatano in un alone che s'impasta con la luminosità del cielo.
La meraviglia dei cristalli è il reticolo degli atomi che si ripete di continuo: era questo che Vug non voleva capire. Quel che piaceva a lei - presto lo compresi - era scoprire nei cristalli differenze anche minime, irregolarità, imperfezioni."

"Come intenderci? Per me valeva solo ciò che era accrescimento omogeneo, inscindibilità, quiete raggiunta, per lei ciò che era separazione e mescolanza, l'una cosa o l'altra, o le due cose insieme. Anche noi due dovevamo acquistare un aspetto (ancora non possedevamo nè forma nè futuro): io immaginavo una lenta espansione uniforme, sull'esempio dei cristalli, fino al punto in cui il cristallo-io si sarebbe compenetrato e fuso con cristallo-lei e forse saremmo diventati una cosa sola col cristallo-mondo; lei già sembrava sapere che la legge della materia vivente sarebbe stata il separarsi e il ricongiungersi all'infinito. Era Vug, dunque, ad avere ragione?"

"Lei dice - sei fissato -. Ed è il nostro vecchio bisticcio che continua: vuole farmi ammettere che l'ordine vero è quello che porta dentro di sé l'impurità, la distruzione."

6 febbraio 2013

Sul perchè la Cina è e sarà sempre un punto di domanda

In questo periodo sto leggendo "Cina" di Henry Kissinger. Personaggio discutibile è vero, ma senz'altro  
uno dei più astuti e fini pensatori del XX secolo riguardo la "res publica". 
Un libro scritto egregiamente, ma da leggere con molta attenzione e preferibilmente avendo delle conoscenze non troppo superficiali sulla Cina per evitare di prendere come oro colato ciò che la vecchia "volpe del deserto" presenta come dati e concetti incontestabili, come fatti provati, come verità.
Verità, mezze verità e non verità riguardo al Grande Paese se ne leggono anche troppe e spesso scritte in modo non così squisitamente letterario. Perciò per adesso credo che sia un libro molto interessante e altrettanto "pericoloso".
Proprio oggi, mentre i miei alunni stavano facendo il test sul pronome relativo, ho letto questo passo riportato nel libro di Kissinger, scritto da un traduttore inglese sul Grande Paese nel 1850:
"Un europeo intelligente, abituato a riflettere sulla condizione di un certo numero di paesi, ognuno con particolari vantaggi e svantaggi, potrebbe, sulla base di alcune ben precise analisi e con pochi dati a sua disposizione, formarsi un'idea abbastanza corretta dello stato di una popolazione a lui ancora ignota. Ma sarebbe un errore fatale credere che si possa far questo anche nel caso dei cinesi. La loro esclusione degli stranieri e l'isolamento entro i confini del proprio paese, privandoli di qualsiasi opportunità di fare paragoni, ha imposto penose restrizioni alle loro idee. Sono quindi totalmente incapaci di svincolarsi dai loro collegamenti obbligati e giudicano ogni cosa sulla base di regole appartenenti esclusivamente alla tradizione cinese" (Thomas Meadows, Desultory notes on the government and people of China)

E' tutto il giorno che penso e ripenso a questa citazione e per molti versi sono d'accordo. Il punto di domanda che assilla i visi pallidi che studiano il Grande Paese e gli scompensi psicologici, le depressioni e le incazzature provocate dal vivere nel Grande Paese sono in parte riconducibili al fatto spiegato limpidamente in questa citazione.
In una cosa soprattutto mi trovo d'accordo, l'impossibilità dei cinesi di fare dei paragoni. E' una loro grande incapacità secondo me. Questa loro deficienza provoca inevitabilmente un distacco, uno strappo da tutto ciò che sia diverso da loro, dalla loro cultura, dal loro paese. Hanno paura di ciò che può intaccare il loro equilibrio e mi riferisco non al loro governo, ma ai singoli individui. Il problema poi secondo me sta anche nella loro reazione quando realizzano la loro incapacità nel fare determinati paragoni. I giovani cinesi soprattutto si sentono in qualche modo inferiori rispetto a un europeo. Questa è la cosa che mi fa più soffrire anche mentre insegno. Certe volte mentre parli o spieghi determinate cose ti guardano come se fossi un saggio della montagna e per Dio non lo sono e non mi reputo neanche uno dei più intelligenti europei che vivono nel Grande Paese. La reazione è sempre di stupore, si chiedono perchè loro non ci hanno mai pensato e se ne escono con un: come sei intelligente e colto, quante cose che sai e come ragioni.
Pensano di non essere intelligenti e questa è la cosa che mi fa arrabbiare perchè non è affatto così nella maggior parte dei casi.
Nel Grande Paese manca la conoscenza del mondo, manca un termine di paragone, manca il relazionarsi con un non cinese.
Dovranno capire che paragonare A(Cina) con A(Cina) è inutile, non provoca nessun effetto, mentre paragonare A(Cina) con B e poi con C,D,E ed F porta conoscenza, sicurezza, coscienza dei propri limiti e dei propri punti di forza, ricchezza culturale e una maggior sicurezza culturale anche del proprio paese. Relazionarsi con il diverso è il primo passo per conoscere se stessi, avere coscienza di se stessi e avere la forza così di difendere le proprie idee, la propria cultura e il proprio paese. 
Il Grande Paese ha un estremo bisogno di questo, secondo me, e quando la luce abbagliante dei soldi a poco a poco si affievolirà se ne renderanno conto credo. Spero. Prego.


10 gennaio 2013

Election day in Cina

Sulle "elezioni" cinesi ne ho lette tante e adesso che la bufera mediatica è scaduta, come sempre, posso dire due cose, ma solo due, perchè mi sembra alquanto ridicolo parlare di "elezioni" nel grande paese.
Diciamo che molti si sono spremuti le meningi per scrivere articoli, storie, supposizioni, finiti colpi di scena, per rendere l'ascesa del nuovo dittatore del grande paese un pò meno, come dire, dittatoriale.
La cosa che più mi ha fatto ridere era leggere le notizie della campagna elettorale in USA e poi notare come lo schema venisse adottato anche per la "campagna elettorale" nel grande paese. Tutto molto esilarante.
Colpi di scena non ce ne sono stati alla fine ha "vinto" il tipo che doveva vincere e il suo nome è lo stesso che si sapeva mesi fa, anche anni fa, a dirla tutta. Non vi sembra schifoso tutto questo? Perchè parlare di una cosa evitando di chiamarla con il suo vero nome, perchè far finta che sia tutto diverso, perchè far credere agli italiani e non solo che il grande paese stia cambiando, che si stia rinnovando. Non è vero e lo sanno, tutti lo sanno, compresi gli abitanti del grande paese.
Rimango perennemente d'accordo con il mitico Giorgio Gaber quando per descrivere una ben nota classe di lavoratori usava l'aggettivo "necrofili".
Il nuovo capo è arrivato, dopo vicende da spy story, adeguatamente descritte dai suddetti lavoratori professionisti. Il nuovo volto del grande paese ci è stato svelato, almeno così volevano farci credere.
Se uno avesse seguito veramente le vicende e la storia del grande paese non avrebbe avuto alcun dubbio sul nome del candidato, unico candidato tra l'altro. Protetto dalla vecchia classe dirigente, sostenuto dai ricchi, critico verso al maoismo, abbastanza lontano dalle idee del nonno Deng, ma coccolato e riverito dagli zii Hu e Jiang, come avrebbero potuto "votare" una persona diversa??
I professionisti dell'informazione hanno scritto addirittura che forse c'era la possibilità che vincesse un tipo alquanto bizzarro che voleva ripescare lo stile di Mao, cioè inni, canzoni, propaganda e molto, molto, molto rosso. Era così probabile che adesso questo tipo bizzarro è sparito e sua moglie è stata condannata a morte, poi la sentenza è stata cambiata in carcere a vita, perchè da bravi cinesi: tieniti vicini gli amici, ma ancora più vicini i nemici. Ma andiamo! Queste cose sono superate da 20 anni, il grande paese, almeno in questo, mi sembra aver dato prova di cambiamento, non so dire se in meglio o in peggio, ma un taglio, non proprio netto, a dire la verità, c'è stato. Ma era necessario creare una soap opera, era necessario raccontare fregnacce, era necessario aiutare l'oligarchia del grande paese a sembrare più liberale, più democratica, più civile. I professionisti dell'informazione, che sono sempre pronti a criticare il grande paese, alla fine hanno fatto proprio un grande piacere al GRANDE PARTITO COMUNISTA, spero che gli mandino una coccarda a casa o almeno una dannata spilla di Mao!
Pensate che se avessero semplicemente guardato, camminato, ascoltato cosa stava succedendo intorno a loro, si sarebbero accorti di quanto si stavano sbagliando, invece di blaterare, scrivere, arrovellarsi per cercare qualcosa che non c'era, ma che doveva essere creato; si sarebbero accorti con quanta fredda, terribile, allucinante, limpida naturalezza il nuovo imperatore è salito sul trono e avrebbero potuto esprimere, raccontare,  descrivere e fare informazione sul passaggio di potere di una delle dittature più longeve della storia contemporanea.
Sarà per la prossima volta. Avete più o meno dieci anni per prepararvi e pensare.

Questo è un piccolo contributo per sentire l'aria delle elezioni nel grande paese, magari qualche nome riuscirete a capirlo, è abbastanza famoso. Questo video è stato girato in metropolitana ed è andato in onda per una quindicina di giorni. Vi sembra un clima da "elezioni"? A me sinceramente fa paura.





18 settembre 2012

Full red metal jacket

Sono tornato da 24 ore in Cina, a Shanghai. 
Quale modo migliore potevo trovare per riprendermi dal jet-lag se non seguire una bella manifestazione anti giapponese?
Controllo sul web da dove partono le manifestazioni e il loro percorso. 
Ce n'è uno che parte proprio vicino casa mia ma che bello! Avvisano tutti i giapponesi di starsene a casa oggi, perchè si sa che l'odio si esaurirà in poche ore. 
C'è polizia ovunque, ma non c'è l'esercito, vera forma di controllo nel Grande Paese, perciò già capisco che non si aspettano eccessi. Mi chiama al telefono "la donna più affascinante che io abbia mai conosciuto" e mi dice che le sue colleghe cinesi mi consigliano di non usare la Nikon, perchè è una marca giapponese e se i manifestanti la vedono me la fanno a pezzi...mah...me ne sbatto le palle e continuo per raggiungere il punto dove deve passare la manifestazione.
Arrivo. Polizia dentro l'autobus, due camionette cinque manifestanti di cui due ragazzine in tutina rosa con la bandiera del Grande Paese in mano e una cinquantina di curiosi con il dannato iPhone in mano.
Aspetto venti minuti e poi decido di andare i un altro posto per vedere se si muove qualcosa. Passo in una via molto fighetta dove ci sono diversi ristoranti giapponesi. Sono chiusi, con le insegne coperte da sacchetti neri e grandi bandiere cinesi attaccate ai vetri, un ristorante famoso ha tutte le finestre aperte e fa risuonare a tutto volume l'inno nazionale del Grande Paese. 
Non c'è l'ombra di alcun manifestante, ma i proprietari cinesi dei ristoranti giapponesi hanno cercato di difendersi da eventuali atti di vandalismo.
Non vedendo niente di interessante decido, con un mio amico, di proseguire per il percorso del corteo fantasma. Arriviamo ad un incrocio e vediamo un corteo di duecento persone passare la strada...lo abbiamo trovato e lo inseguiamo. Bandiere rosse, poche. Qualche cartellone con la bandiera giapponese  cancellata, scritte che rivendicano la sovranità cinese sulle isole, un KILL JAPAN e un FUCK JAPAN e l'immancabile faccione di Mao, con un'espressione soddisfatta, che sembra dica: grazie di ricordarvi di me almeno in queste occasioni. 
Ecco la manifestazione, ecco il corteo che ho visto. Età media 24 anni. Studentelli fascistelli, niente di interessante. 
D'altronde è come vedere in Italia una manifestazione per rivendicare la sovranità italiana sull'Istria...un pò assurdo, un pò cretino, un pò "ci dovremmo incazzare per altre cose più serie, ma questo è più facile". Nel caso degli abitanti del Grande Paese l'unica manifestazione che possono fare...le manifestazioni nazionaliste, razziste e di odio contro altri popoli sono permesse dal PCC.
Le reazioni vere, le vere manifestazioni di odio i cinesi però le fanno su internet...e sono molto serie purtroppo. 
Anche il governo del Grande Paese è un pò preoccupato, perchè molti intellettuali e studenti universitari spingono per uno scontro aperto contro il Giappone, contro il Vietnam, contro le Filippine, vogliono Taiwan.
Il problema nazionalista non è un problema da poco per il PCC e per il prossimo dittatore del Grande Paese.
E' da un pò che molti giovani si sono riscoperti fascisti più che comunisti...saranno i soldi? Sarà il benessere? Sarà che lo sono sempre stati anche con un manto rosso che gli copriva il viso? Sarà che l'impero, quello vero, non è mai crollato?
Sarà che l'imperialismo del Grande Paese ha ora bisogno di usare tutte le armi che ha, un pò come gli Stati Uniti?
Spero in quei ragazzi cinesi, alcuni ne conosco, che come simbolo non hanno Mao, ma il grande Sun Yat-sen(Sun Zhongshan 孫中山 in cinese).




7 settembre 2012

My friends are lying in the sun

Cena a base di bruschette al pomodoro e al lardo, pasta e fagioli, grigliata mista con coniglio, patate arrosto, dolce, svariato prosecco e grappa di prosecco due caffè. In compagnia dei miei fratelli con ragazze e madre. Serata magnifica e questo è quello che ho potuto digerire. Musica in cuffia Dogs dei Pink Floyd. Non mi interessa se vi interessa ciò che seguirà, ma ho un impulso indomabile: devo scrivere.
Tra una settimana tornerò a Shanghai e c'è più di un motivo per cui tornare, primo fra tutti la donna più affascinate che abbia mai conosciuto.
Sono chiaramente ubriaco e felicissimo, a fianco a me c'è una bottiglia di grappa Piave niente male, che m'accompagnerà questa notte.
A cosa penso...penso a tutto, al mondo, all'uomo, a me, ai ricordi, alle sensazioni, a ciò che mi fa respirare e svegliare la mattina, penso a ciò che per me è importante nella vita. penso a tutte le fregnacce che mi tocca sentire e mi toccherà sentire una volta partito, penso ai toni inconfondibili dei Pink Floyd, penso al viaggiare di notte con i miei fratelli in macchina ascoltando la musica, penso a ciò che mi mancherà una volta partito, penso a quanto sia buono il vero prosecco, penso a quanto mi fa bene, a volte, una balla in compagnia di persone con cui non ti devi trattenere, difendere, mascherare. Penso a tutto quello che ho passato nell'ultimo anno "prendere a pugni un uomo solo perchè è stato un pò scortese". Penso a "domandarsi perchè quando la tristezza cade in fondo al cuore come la neve non fa rumore". Penso a quello che stavo perdendo e che forse ho recuperato e a quello che ho perso e che ricordo con malinconia, ma non sono triste, sto solo pensando.
Sono passato a Pigs grande canzone.
Penso a "how do you feel?"
Penso a ballare con musica bassa tutta la musica del mio computer per festeggiare il compleanno di un vecchio amico assieme ad un nuovo amico altrettanto vecchio e ballare e ballare senza fermarsi senza droga, ma con la voglia di impazzire tutti assieme in modo naturale, la felicità di stare assieme da un senso di ebbrezza.
Penso a ritrovarsi con vecchi amici scoprendo che è come essersi visti il giorno prima, penso a chiamare un amico dopo due anni che ti viene a prendere a casa da Milano solo per bere uno spritz assieme e farsi il viaggio di ritorno assieme raccontandosi gli ultimi anni di respiri.
Penso a quello che è cambiato nel mio villaggio gallico e a quello che non cambierà mai, penso che sto ascoltando Pigs on the wing e che mi fa ancora piangere.
Penso a quanto sia bello essere sensibili e piangere. Penso che non voglio smettere di sognare e di continuare a vivere nel mio mondo e penso anche che se continuerò così prenderò un sacco di tranvate in testa, ma penso anche che non me ne frega un cazzo.
Penso che voi penserete che sia terribilmente scontato, noioso, ripetitivo e anche di questo non me ne frega un cazzo.
Voglio urlare ciò che penso e che provo. I sentimenti umani sono sempre gli stessi e per quanto noi ci sforziamo a cambiarli di nome e di rappresentazione rimangono quei semplici sentimenti. Voglio pensare e urlare di questi sentimenti scontati, come l'amore, l'amicizia e la famiglia.
Penso che voglio amare la donna più affascinante che io abbia mai conosciuto fino a che respiro, innanzitutto. Penso che voglio camminare e sudare in montagna con i miei due fratelli, senza parlare, penso che voglio correre sulla spiaggia fino a che i miei polmoni da fumatore non scoppiano, penso che vorrò farla finita come Monicelli quando sarà l'ora.
Penso...penso...penso che voglio vivere senza avere gente intorno che mi faccia odiare la razza umana.
Sono proprio incazzato adesso e sto ascoltando atom heart mother!
Penso di essere veramente ubriaco e perciò penso di volere vedere più umanità, sono stanco dei giochi di potere fatti da idioti, penso che i troni siano stati inventati per innalzare gli idioti e penso che ci sia una gara per arrivare a questi troni a cui non voglio partecipare. Sono stanco di dover dimostrare alle persone se valgo o meno, penso di smettere d'iscrivermi ai test di competenza fatti da gente che non ha nessuna competenza, penso di non voler dimostrare più niente a nessuno, penso che se non basta la mia natura profondamente umana qualsiasi altra prova sia inutile.
Penso che se respiro, amo, soffro e piango sia sufficiente...o no?
Penso che me ne sbatto il cazzo di essere arrivato, penso che la cosa bella sia la strada per arrivare, l'essere arrivati significa essere morti perciò penso di conoscere troppa gente morta. Voglio sentire la gente respirare per dio! 
Penso a quanto squallida è la vita delle gente che a smesso di sognare, gente anche più giovane di me che smette di sognare o che è stata educata a smettere che è peggio! Penso a quanta gente giovane che conosco che si è frettolosamente messa in testa di dover essere uno squalo e di dover divorare i sogni delle altre persone per sopravvivere. Penso che ci vuole coraggio a credere di avere ragione e di sapere ciò che è meglio per vivere in modo sano e corretto. 
Ora ascolto if...devo ascoltare senza scrivere o pensare...però posso farvela leggere, magari riuscite a sognare con me.


If I were a swan 
I'd be gone 
If I were a train 
I'd be late 
And if I were a good man 
I'd talk with you more often than I do 

If I were to sleep 
I could dream 
If I were afraid 
I could hide 
If I go insane 
Please don't put your wires in my brain 

If I were the moon 
I'd be cool 
If I were a rule 
I would bend 
If I were a good man 
I'd understand the spaces between friends 

If I were alone 
I would cry 
And if I were with you 
I'd be home and dry 
And if I go insane 
Will you still let me join in with the game? 

If I were a swan 
I'd be gone 
If I were a train 
I'd be late again 
If I were a good man 
I'd talk with you more often than I do












9 agosto 2012

Olimpiadi made in China

Sono le terze Olimpiadi che seguo a spizzichi in un paese che non è l'Italia, nel 2004 ero negli Stati Uniti a Chicago a fare il barbone immigrato, qualcuno se ne ricorderà sicuramente, nel 2008 ero nel grande paese e quest'anno sempre bloccato nel grande paese.
A Chicago, il mio coinquilino trevigiano se lo ricorderà, seguivamo le Olimpiadi di notte, dopo aver provato a lavorare in tutti i ristoranti della città. 
Una cosa mi ricordo molto chiaramente e sono le bestemmie contro la televisione americana, perchè trasmetteva solo le gare in cui partecipavano statunitensi...perciò l'Italia si vedeva poco.
In Cina il modo di seguire le Olimpiadi è esattamente uguale, o c'è un cinese che partecipa alla gara o lo sport in questione è inesistente.
Il nazionalismo becero statunitense è uguale a quello cinese...un'altra somiglianza tra i due colossi di carta pesta.
La televisione del grande paese si veste completamente di rosso e mi bombarda di servizi speciali riguardanti questo e quello sportivo, proprio come negli USA.

Una novità, secondo me eclatante, è la divisa degli sportivi del grande paese: lo stemma del partito comunista in bella vista al centro petto di tutti gli atleti. Nella scorsa edizione del 2008, per assurdità proprio nella capitale del grande paese, questo stemma mancava.
Sarà un piccolo messaggio del cambio dei dirigenti della dittatura del grande paese?
A ottobre i cinesi cambiano tiranno, proprio come nell'antica Grecia e questo stemma secondo me è un segno di cambiamento, in peggio chiaramente...forse sarò esagerato, forse ho bisogno di una vacanza, forse ho necessità di tornare in Italia per un pò, non lo so, che dite?
Alle Olimpiadi gli atleti cinesi sono i rappresentanti del governo, se vincono, è il partito che vince. Sono strumenti per sottolineare la grandezza del grande paese.
Liu Xiang, per esempio, atleta cinese della corsa ad ostacoli, l'altro giorno è caduto al primo ostacolo, era una settimana che la televisione cinese stava aspettando il momento della gara, perchè molto bravo.
Il partito aveva fiducia in quest'uomo e quest'uomo ha tradito questa fiducia. Risultato. Montagne e montagne di parole e fango sull'atleta. Cancellato dalla memoria.
Pensate alla pressione che gli atleti hanno in generale. Ora moltiplicatela per cento. Gli atleti nel grande paese devono vincere, se perdono vengono insultati, proprio come nell'antica Grecia. Questo è il vero AGON!
Questi poveretti vivono 24 ore al giorno 365 giorni all'anno segregati dal resto del mondo e dalla famiglia. Si allenano e basta. 
Lo spirito che si vive durante le Olimpiadi nel grande paese è lo stesso che si viveva durante la guerra fredda secondo me, quando si faceva la guerra anche con lo sport.
Lasciamo perdere discussioni sul doping e sul doping genetico degli atleti cinesi. 
I dati in seguito parlano abbastanza chiaramente...

Il grande paese partecipa alle Olimpiadi di Helsinki del 1952 per la prima volta: non vince niente.
Dal 1956 al 1980 non partecipa a nessuna manifestazione...Mao non era un amante dello sport di destra occidentale credo.

1984, Los Angeles, Mao è morto, lunga vita a Deng, 32 medaglie, come l'Italia, quarta nel medagliere.

1988, Seul, c'è un pò di turbamento nel grande paese in questo periodo, 28 medaglie, undicesima nel medagliere, l'Italia è una posizione sopra.

1992, Barcellona, l'89 è passato, è caduta l'URSS, è passata la "manifestazione" di Tian'an men, il motto del grande paese ora è: arricchirsi è glorioso, 54 medaglie, quarta nel medagliere, l'Italia è dodicesima.

1996, Atlanta, 50 medaglie, sempre quarta nel medagliere, l'Italia è sesta.

2000, Sydney, la crescita del grande paese è sempre più evidente e rapido, 59 medaglie, terza nel medagliere, l'Italia settima.

2004, Atene, 63 medaglie, seconda nel medagliere, l'Italia è ottava.

2008, Pechino, il grande paese è il centro del mondo e dell'economia mondiale, 100 medaglie, prima nel medagliere, l'Italia è nona.

2012, Londra, prima fino a ora con 76 medaglie, prima nel medagliere, l'Italia è ottava...

Quanti anni ci vogliono per dopare i geni umani??