21 marzo 2012

La Cina, c'è da fidarsi?

Stavo parlando l'altra sera con una delle donne più affascinanti che abbia mai conosciuto. Ci chiedevamo il perchè tanti europei, portatori di democrazia e civiltà avessero scelto proprio la Cina per arricchirsi. Domanda idiota direte voi. Può essere però il ragionamento è questo:
la Cina ha una dittatura comunista al potere da più di sessant'anni, la Corea del nord anche, il Vietnam pure, ma solo la Cina viene considerato un paese forte da noi visi pallidi. Perchè? Lo è davvero? 
La RPC ha sicuramente una economia forte, e anche su questo avrei le mie riserve, ha forza lavoro a basso costo, cosa che ha anche il Vietnam, ha più di un miliardo di persone e la percentuale dei ricchi fa gola proprio a tutti, ma questo basta per definirli forti?
Un paese forte ha paura di ciò che può venire da fuori? Ha paura delle idee, dei discorsi, dei libri, di internet, della musica, dei film? Se la Cina ha terrore di tutto questo e insegna alle giovani menti di non fidarsi di nulla che provenga dall'estero, se non della tecnologia, delle macchine e dei vestiti d'alta moda, secondo voi al suo interno si definisce forte?
Secondo l'affascinante donna di ieri e secondo il sottoscritto assolutamente no. 
La Cina è perennemente sul filo del rasoio. Il potere e il controllo si traduce solo in violenza. Solo con quest'ultima infatti i cinesi sono uniti. Uniti ma non forti. Ogni idea, concetto, libro che provenga da fuori è un attacco a questo potere. Un potere che ha paura di questo è fragile, malato, decadente, è come un animale ferito che attacca appena cerchi di avvicinarlo. E' sicuro contare solo sulla Cina? E' cosa saggia e ponderata non preoccuparsi di questa fragilità e basare un'economia, già in pezzi, su un paese come la RPC? 
Perchè non fidarsi anche della Siria, dell'Iran, della Corea del nord, di Cuba allora? Cosa sono dittature diverse? Ci sono dittature buone e cattive? Saddam era il diavolo, Gheddafi era un lazzarone, Assad è il nuovo terrore del medio oriente, Castro e suo fratello sono due impiccioni comunisti, Ahmanidejad è Dart Fener e l'Iran è la Morte Nera, ma lo zio Hu(Hu Jintao, presidente del partito comunista cinese e presidente della repubblica cinese) e la zia Wen(Wen Jiabao, primo ministro della RPC) sono parenti da andare a trovare ogni mese, sono gli zii che tutti avremmo sempre voluto, di quelli che ti danno la mano con la mancia appena te ne vai, come faceva mia nonna, davanti alla porta di casa sua. Per non parlare del "principe rosso" il grande Xin Jinping (http://www.china-files.com/it/link/14941/il-viaggio-americano-di-xi-jinping), il forse futuro leader di questo "grande paese". Ecco lui ha proprio la faccia da bravo ragazzo, il tipico figlio di papà, il pariolino, il fighetto, che come prima cosa è andato subito dallo zio Obama a chiedere se il prossimo anno gli comprerà la moto nuova o se lo terrà a stecchetto. In questo ultimo caso il principe dei ladri, il nostro Xin Jinping, sarà costretto a ritornare dai vecchi zii paterni, zio Hu e zia Wen , implorando di comprargli un nuovo carro armato. 

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