Un diario di viaggio in questa Cina, tanto grande e tanto piccola. Conosciuta. Sfuggevole. Colorata. Grigia. Potente. Fragile. Rossa
Visualizzazione post con etichetta musica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta musica. Mostra tutti i post
5 giugno 2012
Shanghai, i Subsonica e i Negrita
Il 3 e il 4 giugno al Mao livehouse di Shanghai serate made in Italy, 200 Rmb a serata, dalle otto a mezzanotte. Prezzo ed orario per venire un pò in contro ai giovani del grande paese.
La little Italy della città dei neon si è ritrovata non molto numerosa per il concerto dei Subsonica e dei Negrita.
Abbiamo iniziato ad esportare anche la musica e, per fortuna, abbiamo lasciato a casa Gigi D'Alessio, Laura Pausini, Nek e Eros Ramazzotti. Abbiamo scelto di entrare in Cina con una musica un pò più particolare.
Premetto che non sono un fan ne dei Subsonica ne dei Negrita, ma almeno per una volta le istituzioni italiane hanno deciso di essere Rock! Almeno lievemente...non bisogna esagerare.
Oltre ai due gruppi famosi hanno suonato anche
i "La Fame di Camilla", sempre nostrani, e due gruppi cinesi molto bravi
i "山人" (Shanren) e i "周云山" (Zhou Yunshan).
Dopo i ringraziamenti al console italiano, a tutte le istituzioni e agli sponsor il concerto è iniziato.
Subsonica davvero bravi dal vivo, per me era la prima volta che gli ascoltavo. L'unica canzone che davvero mi piaceva da ragazzino era "discoteca labirinto". Sul palco cinese è stata eseguita con i chitarristi dei Negrita, perchè le tastiere si erano rotte in viaggio, un ottimo "ben arrivati in Cina" per il gruppo piemontese, ma un'ottima performance in compenso dei musicisti aretini.
Fotografo d'eccezione Pau dei Negrita. Autore di video e foto dei Subsonica.
Ecco, una cosa che mi ha sconvolto era il numero eccezionale di iPhone che riprendevano il concerto. Invece di ballare la little Italy faceva i video...io queste cose non le capirò mai scusatemi.
Non ho nessun documento fotografico o video da proporvi qui, ma sono sicuro che troviate tutto facilmente in rete se vi interessa vedere il concerto di Shanghai, conoscerete sicuramente qualcuno che ha fatto un video quella sera...per il resto anche se non propongo un documento della mia presenza al concerto, spero mi crediate.
Adesso senza che nessuno si offenda, la parte che più mi ha emozionato dei concerti è stata alla fine, il DJ ha messo i Pitura Freska! Eravamo in cinque a ballare e a cantare a squarcia gola!
Sentire a Shanghai, in Cina "oi 'ndemo veder i Pin Floi" è stato eccezionale. Per un emigrato sono cose che fanno commuovere!
27 maggio 2012
Ajinai 阿基耐, un pò di Cina a Shanghai.
E' da dicembre scorso che mi sono trasferito a Shanghai e sono, perciò, sei mesi che aspettavo di sentire della bella musica cinese.
Ieri finalmente sono riuscito a sentire un bellissimo concerto. Mi sono commosso. Era tanto tempo che avevo bisogno fisico di respirare un pò di Cina, cosa difficile a Shanghai, città veramente impersonale secondo me.
Concerto degli Ajinai 阿基耐 allo Yuyintang, uno dei pochi locali non fighetti di Shanghai. Ieri dopo sei mesi sono stato in un posto in cui c'erano più cinesi che visi pallidi. Finalmente. Ero in Cina. Stavo per scordarmelo!
Gli Ajinai, che ho sentito molte volte a Beijing, sono un gruppo mongolo. Trasmettono lo spirito della steppa e la loro musica è veramente uno splendido connubio tra tradizione e modernità. Se il grande paese imparasse un pò da questi giovani ragazzi sarebbe decisamente un paese più interessante, con un'identità propria, senza cercare di essere qualcos'altro.
Il cantante, Hugjiltu, canta in modo eccezionale, la voce è vero e proprio strumento, e suona uno degli strumenti più belli che abbia mai sentito il taobuxuur. E' uno strumento a corde fatte con crini di cavallo. Il suono è molto profondo, commovente.
Penso che non ci sia più niente da dire. E' ora di ascoltare.
26 marzo 2012
Per Ante Zemljar
Era una finestrella, sbarrata da una tavola di legno
l’unica presa d'aria della cella.
L'uomo si abitua all’ombra,
a mezzogiorno, in piedi sulla branda
s’allunga alla fessura della luce,
meno di un rigo, un verso breve
passa sulle palpebre degli occhi.
C’è un nodo nel legno che lui tocca
con l'unghia e con il tempo,
con la punta dell'unghia e del tempo,
all’uomo serve un gioco nella cella.
Un giorno il nodo cede
pregato dall'unghia amica del tempo
che ricresce ogni giorno,
il nodo cede.
Si toglie come un tappo di bottiglia
e nel suo collo passa uno zampillo di luce liscia e dritta
s'allarga a terra, allaga il pavimento.
Il prigioniero Ante si mette scalzo
e ci si bagna i piedi. È un anno
che non esce di cella, niente cortile, aria,
un anno che la porta è uguale al muro,
che la porta non porta da nessuna parte
un anno, strizza gli occhi,
il sole dentro il buco è un’arancia rotonda nella mano
i piedi si strofinano fra loro
sono due bambini, la prima volta al mare
i piedi di Ante Zemljar comandante di molti partigiani,
congedato col merito della vittoria in guerra,
adesso chiuso dagli stessi compagni: nemico della patria.
Nemico lui che l’ha agguantata al collo
l’ha scrollata di eserciti invasori
fiume per fiume, da Neretva a Drina,
coi calci della fame senza nemmeno portar via una cipolla
a un contadino perché così è la guerra partigiana.
Nemico lui: l’hanno tolto da casa
da Sonia di due anni che sa gridare già:
“Lasciate il mio papà, lasciatelo è mio padre”.
Adesso sì, voi siete suoi nemici.
Ante sa le percosse, sa che un pugno da destra
lascia sangue sul muro di sinistra e viceversa
e un pugno dritto in faccia lascia sangue a terra,
ma c'è la novità qui le botte riescono a lasciare
il sangue sul soffitto.
C’è sempre da imparare circa le vie del sangue
e dei colpi ingegnosi dei gendarmi.
Ante conserva il nodo, lo rimette nel legno
la guardia non saprà,
il sole non è spia,
s'infila svelto e poi non lascia impronte,
pure se perquisisce la guardia non può dire:
qui c'è stato il sole, sento il suo odore.
Il sole non è un topo,
pure se ne finisce molto in una cella
nessuno si accorge che fuori manca un raggio,
che la sua conduttura ha un buco
e perde luce da un nodo di legno.
Ancora un po' di mesi, poi glielo daranno,
il sole, tutto in una volta, sulla schiena
peggio dei colpi di bastonatura
sopra l'Isola Nuda a spaccar pietre.
Il prigioniero Ante ha conservato il nodo,
qualche volta lontano dalla guardia
lo punta contro il sole e si procura un’ombra
sopra l’Isola Nuda a spaccar pietre bianche
e poi gettarle a mare, all’Adriatico,
perché la pena è pura, senza valore pratico,
e il mare non si riempirà.
Da: Erri De Luca, solo andata, Feltrinelli, 2005
Lettura: Marco Paolini con musica dei Mercanti di Liquore
21 febbraio 2012
Venessia 我想你
Nostalgia della mia Venezia...quando non posso andarci mi manca come mi mancano i miei fratelli...l'odore, la musica, la poesia, la decadenza inesorabile di quella città. Qui in Cina mi faccio chiamare Marco Polo in onore della città in cui praticamente sono cresciuto. Venezia è mia nonna, che ormai non c'è più, Venezia è lo spriz, al cinar ovviamente, è l'odore di sale, di umido, di vento e di piscio. Venezia è il tramezzino, che come lo fanno la non lo fanno da nessuna parte, Venezia xe i cicheti, che fanno dimenticare immediatamente le più famose tapas iberiche. Venezia è le sarde in saor, le polpette, il baccalà mantecato, i bigoi in salsa, è l'uovo sodo, le schie, le masanette, i garusoi, i peoci. Venezia è l'"ocio ae gambe!" urlato per le calli dai magazzinieri, Venezia è l'"oe" dei gondolieri. Venezia è il "ghe sboro!". Venezia è andare a pesca di seppie e calamari con la lampara assieme al tuo collega magazziniere alle undici di sera.
Venezia è San Marco, è il leone di San Marco(per quello che c'era dietro non per quello che i leghisti vorrebbero ci fosse adesso). Venezia è il "caga libri", è il Bar Rosso, è campo Santa Margherita, è Santa Marta. Venezia è "il portico" e le sue donzelle! Venezia è un'osteria. Venezia è vino rosso. Venezia è un buon motivo per tornare in Italia qualche volta!
Venezia è i Pitura Freska:
VENESSIA IN AFITO
Go' pensa' massa, go' fato notolada
vista sta cita', come la se canbiada
Sumit, Expo, festa de la pantegana
altro che Pin Floi, li vol la metropoitana.
Filosofi, scritori, naviganti e pescaori
a Venessia fasemo i gran signori
che li se rosega da le bie,
che li va senpre a pie
e da senpre digerisse busie.
E te lo gavevo dito,
te se riva' el sfrato
sta' sito e va via da la to cita'.
Gente che ride e che vive in strada
che fa fadiga a trovar na casa
pochi putei, canpi sensa un sogo
na cita' che se na casa de riposo.
Me lo dise tuti, propio tuti cuei che trovo
i schei li ciapa chi che se rufiana
el piu' schifoso.
E te lo gavevo dito,
te se riva' el sfrato
sta' sito e va via da la to cita'
Venessia in afito,
li se drio vender tuto
e ti senpre neto, rovina'.
Na cita' da sbalo, altro che Disneyland
chi se diverte, oggi gnanca un can
Venessia vecia casba de mistici e de maghi
meta desso de miitari inbriaghi.
Via bancaree cavaeti e pitori
che ghe rovina la vista a lor signori
nobii del casso gave' propio un bel coragio
a dir che ste robe ve rovina el paesagio.
No ve lo rovina na nave da guera
un pe'r de elicoteri che fa tremar la tera
no ve lo rovina un "marins" col fusil
na ranpa lanciamissii sora el canpanil.
In rio col somergibie, na base americana
da ragiunger co la metropoitana.
E te lo gavevo dito,
te se riva' el sfrato
sta' sito e va via da la to cita'
Venessia in afito,
li se drio vender tuto
e ti senpre neto, rovina'.
Li vol far na metropoitana
par viagiar al de soto de la laguna
Mi che no so' na pantegana
ve digo che li se fioi de putana.
Ghe se un progeto da diesemia miliardi
li va tuti in scarsea de chei bastardi
e noaltri che semo i venessiani
li ne trata da fioi de cani.
Alora e' un incitamento ala rivolta
perche' speremo che almanco cuesta volta
non ci faciamo abindolare
li mandemo tuti cuanti in culo a sa mare.
No ghe se, no', no', no', no ghe se
vista sta cita', come la se canbiada
Sumit, Expo, festa de la pantegana
altro che Pin Floi, li vol la metropoitana.
Filosofi, scritori, naviganti e pescaori
a Venessia fasemo i gran signori
che li se rosega da le bie,
che li va senpre a pie
e da senpre digerisse busie.
E te lo gavevo dito,
te se riva' el sfrato
sta' sito e va via da la to cita'.
Gente che ride e che vive in strada
che fa fadiga a trovar na casa
pochi putei, canpi sensa un sogo
na cita' che se na casa de riposo.
Me lo dise tuti, propio tuti cuei che trovo
i schei li ciapa chi che se rufiana
el piu' schifoso.
E te lo gavevo dito,
te se riva' el sfrato
sta' sito e va via da la to cita'
Venessia in afito,
li se drio vender tuto
e ti senpre neto, rovina'.
Na cita' da sbalo, altro che Disneyland
chi se diverte, oggi gnanca un can
Venessia vecia casba de mistici e de maghi
meta desso de miitari inbriaghi.
Via bancaree cavaeti e pitori
che ghe rovina la vista a lor signori
nobii del casso gave' propio un bel coragio
a dir che ste robe ve rovina el paesagio.
No ve lo rovina na nave da guera
un pe'r de elicoteri che fa tremar la tera
no ve lo rovina un "marins" col fusil
na ranpa lanciamissii sora el canpanil.
In rio col somergibie, na base americana
da ragiunger co la metropoitana.
E te lo gavevo dito,
te se riva' el sfrato
sta' sito e va via da la to cita'
Venessia in afito,
li se drio vender tuto
e ti senpre neto, rovina'.
Li vol far na metropoitana
par viagiar al de soto de la laguna
Mi che no so' na pantegana
ve digo che li se fioi de putana.
Ghe se un progeto da diesemia miliardi
li va tuti in scarsea de chei bastardi
e noaltri che semo i venessiani
li ne trata da fioi de cani.
Alora e' un incitamento ala rivolta
perche' speremo che almanco cuesta volta
non ci faciamo abindolare
li mandemo tuti cuanti in culo a sa mare.
Iscriviti a:
Post (Atom)